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I sensori IoT ci aiuteranno combattere l’inquinamento
L’ambiente, soprattutto quello urbano, sta diventando la priorità per diversi miliardi di persone.
Per questo motivo uno dei requisiti fondamentali per costruire città intelligenti è la capacità di monitorare il territorio con dispositivi IoT capaci di raccogliere e interpretare una grande quantità e varietà di dati, dai parametri per la qualità dell’aria fino al traffico.
Avere sotto controllo la qualità dell’aria ed i parametri ambientali significa tutelare la salute umana e dell’ambiente nel suo complesso e quindi anche il benessere fisico degli abitanti della Smart City.
Per questo la rilevazione deve avvenire in modo capillare per essere idonea a comprendere i fenomeni di diffusione di gas nocivi o di polveri sottili nei centri urbani.
Ma “sensorizzare” l’intera città non è così semplice.
Bisogna considerare che, per riuscire ad applicare sul campo questa strategia, i sensori devono essere di dimensioni estremamente ridotte, economici, di alta precisione, robusti e che non necessitino di manutenzione.
Attualmente esistono diverse tipologie di sensore per il rilevamento dei gas inorganici e dei composti organici volatili che, rispettando le più stringenti direttive della Comunità Europea, effettuano il rilevamento di parti per miliardo (ppb).
Nello specifico i parametri che più spesso vengono rilevati sono:
- Ossido di Carbonio (CO)
- Ossido di Azoto (NO)
- Ozono (O3)
- Biossido di Azoto (NO2)
Su richiesta, è possibile utilizzare anche monitor ottici per la misura della materia particolata: PM10; PM2,5; PM1.
Ma non sono solo i valori sulla qualità dell’aria ad essere collezionati dalla sensoristica; contemporaneamente a tutti questi dati possono essere raccolti anche tutti i parametri legati al meteo come temperatura, umidità e pressione, creando un vero e proprio network di stazioni meteorologiche connesse tra loro.
Un altro ambito in cui l’applicazione di sensori migliora il benessere del cittadino è la protezione dall’inquinamento acustico, considerato fra i maggiori problemi ambientali in Europa.
Un monitoraggio puntuale e diffuso del livello di rumore presente nell’ambiente può avvenire grazie ai sensori acustici installati sull’infrastruttura di pubblica illuminazione, per individuare quelle zone in cui i livelli superano la soglia di guardia, dando modo alla municipalità di intervenire con azioni mirate.
In questo senso i flussi di traffico sono la principale causa dell’inquinamento acustico.
Proprio questo parametro necessita quindi di essere costantemente monitorato e anche in questo caso la tecnologia ha dato vita a speciali dispositivi radar o IR, dotati di intelligenza artificiale per il conteggio e la rivelazione dei veicoli.
L’applicazione di queste tecnologie al contesto urbano è già in fase di test in diverse capitali mondiali che, seguendo con preoccupazione i trend sull’aumento delle emissioni e dei veicoli circolanti su strada nei centri urbani, stanno investendo nella ricerca su soluzioni per gestire sul lungo periodo queste problematiche.
L’insieme di strumenti tecnologici applicati al modello smart city permetterebbe a ogni cittadino e alle amministrazioni di trarne innumerevoli vantaggi, migliorerebbe la qualità della vita, aumentare l’efficienza dei servizi resi, bloccare lo sperpero di risorse (idriche, elettriche, monetarie e ambientali). Investire denaro e tempo nell’adozione del modello “Smart” non sarà semplice ma in ottica di lungo periodo porterà molti benefici per tutti.